L’evoluzione dell’interazione digitale tra Uomo e Computer e lo Spatial Computing

interazione uomo computer

L’evoluzione digitale dell’interazione uomo computer, merito anche dei recenti progressi in ambito cloud, AI ed esperienze di realtà virtuale e mista, sembra, oggi più che mai, inarrestabile.

In questo articolo di blog scopriremo come le regole dell’interazione tra uomo e dispositivi tecnologici digitali stiano evolvendo e come le nostre abitudini digitali potrebbero cambiare per sempre.

C’erano una volta le stringe di commando

computer antico con caratteri verdi

I primi e pioneristici calcolatori e computer dello scorso secolo interagivano con gli utenti esclusivamente attraverso input su tastiere e pulsanti fisici. Le funzioni venivano eseguite tramite stringe di comando restituite poi su schermi con i caratteri a fosforo verde.

Ancora oggi il linguaggio basato su prompt e comandi (con le dovute innovazioni) è ampiamente sfruttato da parte di tecnici informatici e sviluppatori software. Tuttavia da molto tempo gli utenti, sia professionisti che consumatori, sono stati abituati a sistemi chiaramente più intuitivi.

La rivoluzione dell’interfaccia grafica

smartphone touch screen

L’evoluzione dell’interazione uomo computer ha compiuto un grande passo in avanti con l’avvento del mouse e, parallelamente, dell’interfaccia grafica e del desktop-computing fondato sul concetto di icone e pulsanti virtuali.

La recente storia dell’evoluzione informatica e tecnologica è ben nota. Si è sempre cercato di colmare ogni possibile gap e limitazione per interagire con i nostri dispositivi digitali.

Negli ultimi anni sono stati pienamente adottati nelle nostre abitudini digitali dei dispositivi dotati di schermi touch, fondamentali per l’avvento degli smartphone e tablet moderni, oppure dei più sofisticati sistemi basati su comandi vocali e gesti.

In che direzione sta evolvendo la tecnologia?

Mentre la tecnologia diviene sempre più sofisticata e avanzata, la sua semplicità d’uso diventa di pari passo più intuitiva e naturale.

Molti dei nuovi devices di ultima generazione, infatti, stanno adottando l’uso di sistemi di input naturali non più limitati solo al tocco delle nostre dita, ma abbracciando interazioni che coinvolgono maggiormente la vista, come per i visori VR, e la voce, come gli assistenti vocali.

I visori 3D per la realtà virtuale e successiva evoluzione in dispositivi per lo Spatial Computing, ad esempio, rendono l’esperienza di utilizzo dei device ancor più coinvolgente. Occupano infatti al 100% il senso della vista dell’utente e proiettandolo in una completa immersione tecnologica e digitale.

Gli assistenti vocali, dal canto loro, permettono un’interazione senza l’ausilio delle mani, semplicemente parlando con il dispositivo.

Queste nuove modalità di interazione stanno rivoluzionando il modo in cui gli utenti si interfacciano con la tecnologia, rendendola sempre più naturale e simile al modo in cui comunichiamo spontaneamente nella vita reale.

I gadget innovativi che stanno riscrivendo le regole dell’interazione uomo e computer

Prendiamo in analisi alcuni esempi d evoluzione di interazione uomo computer e le tecnologie che rispettano gli archetipi dell’ubiquitous computing e che sembrano provenire dal futuro, ma già oggi approdate sul mercato mondiale:

Apple Vision Pro

Con il suo nuovo Vision Pro, Apple porta una ventata di innovazione nel mercato della realtà mista.

Più che un semplice visore VR, si tratta di un vero e proprio computer portatile dotato di sensori avanzatissimi per un’esperienza di realtà ai massimi livelli.

Attraverso questa tecnologia, denominata Spatial Computing, Vision Pro porta lo spazio digitale e fisico a fondersi, raggiungendo un livello di integrazione ibrida “phigital” senza soluzione di continuità.

interazione uomo computer con Apple vision Pro


Vision Pro permette, quindi, di integrare le app digitali nello spazio fisico circostante in maniera completamente fluida e naturale. Le interfacce vengono proiettate nel mondo reale in modo “seamless” e ultra-realistico, consentendo di interagire con esse tramite gestures delle nostre mani e comandi vocali.

Grazie alla perfetta integrazione con gli altri dispositivi come computer e smartphone, il visore di Apple diventa uno schermo virtuale di ineguale qualità in grado di duplicare il proprio desktop in realtà aumentata.

Questo aprirà la strada a sconfinate applicazioni, dalla telemedicina al design 3D fino alla formazione. Con la sua potenza e versatilità, Vision Pro promette di rivoluzionare molti settori grazie alla creatività degli sviluppatori.

Rabbit R1

Annunciato dall’omonima startup specializzata in sviluppo innovativo di tecnologie basate su AI, Rabbit R1 è un dispositivo portatile inedito e innovativo, dalle dimensioni contenute, circa meno della metà dell’ingombro di uno smartphone moderno, ma con caratteristiche e funzionalità senza eguali.

Lato hardware, il Rabbit R1 possiede un design semplice e minimale. È dotato di specifiche tecniche in linea con molti degli smartphone di recente produzione (schermo touch, fotocamera orientabile, connettività wireless) ma la vera innovazione avviene proprio per merito del software e ai “rabbits” ovvero script automatici in grado di esaudire le nostre richieste.

Il tutto avviene tramite la tecnologia del riconoscimento vocale, e successiva interpretazione delle richieste tramite un sofisticato LLM (Large Language Model, come ChatGPT dunque), in grado poi di restituire risposte e completare i più disparati compiti.

Rabbit R1

Per esempio, R1 può prenotare un volo aereo, gestire calendari e agende, tradurre testo e tante altre caratteristiche e applicazioni in via di sviluppo in questo esatto momento.

L’obiettivo attuale del Rabbit R1 non sembra essere tanto quello di sostituirsi agli smartphone dal loro ruolo onnipresente nelle nostre abitudini, quanto invece, un po’ come alcuni wearable come gli smartwatch, colmare eventuali gap della User Experience degli utenti più esigenti e rendere l’ecosistema digitale in cui siamo immersi il più efficiente e istantaneo possibile.

Frame AI Glasses by Brilliant Labs

Il trend di integrazioni di funzionalità digitali “hands-free” negli oggetti indossabili o di uso comune è stato seguito anche dalla startup Brilliant Labs e con il loro nuovo prodotto Frame, un paio di occhiali intelligenti, discreti e arricchiti da funzionalità di AI.

Gli occhiali intelligenti Frame, oltre che essere pienamente compatibili con lenti prescritte per la correzione della vista, offrono un ventaglio di funzionalità innovative ad alto contenuto tecnologico, tra cui analisi e riconoscimento visuale in tempo reale, traduzione, ricerca arricchita, il tutto visualizzato in sovrapposizione sulle lenti.

Frame by Brilliant Labs


Queste caratteristiche, in realtà, non sono una vera innovazione (e.g. Google Glass, 2013).

Ciò che è in grado di attrarre reale interesse verso queste tecnologie è la loro evoluzione e miglioramento nella praticità, nonché discrezione durante l’utilizzo.

Infatti, i primi visori VR e AR offrivano un’esperienza di immersione grafica chiaramente ancora acerba oltre che essere ingombranti, strettamente dipendenti da un computer esterno, con una casistica d’uso limitata ad appassionati di tecnologia.

L’evoluzione dell’interazione uomo computer in azienda

interazione VR in azienda

Uno dei più importanti banchi di prova per tutte le innovazioni tecnologiche, per quanto avveniristiche e audaci siano, è l’applicazione utile e persistente nella vita di tutti i giorni, sia se rivolte a professionisti ed aziende piuttosto che ai consumatori finali.

Grazie a tecnologie abilitanti, protagoniste di molti dei progetti innovativi di Ricerca e Sviluppo portati avanti da Upsystems, si configurano ulteriori opportunità di crescita anche per il mondo enterprise.

Le aziende potranno sfruttare queste innovazioni per ridefinire radicalmente il modo in cui concepiscono e migliorano i propri processi aziendali.

Per citare alcuni esempi, già oggi concretamente applicabili:

  1. AI per il supporto decisionale: Le aziende possono utilizzare algoritmi di AI e machine learning per analizzare rapidamente grandi quantità di dati e fornire suggerimenti data-driven ai decision maker per migliorare le strategie aziendali, dalla finanza, al marketing, passando per la pipeline di vendita.
  2. VR per la formazione: la realtà virtuale risulta già oggi ideale per creare simulazioni immersive con cui erogare la formazione ai dipendenti, consentendo loro di acquisire, anche da remoto, esperienza pratica in un ambiente sicuro e controllato.
  3. IoT per la gestione degli asset: i sensori IoT integrati nei macchinari e infrastrutture permettono di monitorare in tempo reale le prestazioni degli asset e prevedere i guasti imminenti, consentendo interventi di manutenzione preventiva e riducendo al minimo i tempi di fermo.
  4. VR per il marketing esperienziale: la realtà virtuale oppure il 3D Try-On consentono di creare esperienze coinvolgenti e immersive per i clienti, permettendo loro di provare virtualmente prodotti tramite simulazioni realistiche prima di concludere un acquisto.
  5. IoT e AR per la gestione della supply chain: i sensori IoT e visori o occhiali AR risultano efficaci anche per tracciare la posizione e le condizioni dei loro prodotti lungo l’intera catena di approvvigionamento, migliorando la visibilità e l’efficienza della supply chain.

Cosa aspettarci dal futuro?

L’evoluzione dell’interazione tra uomo e computer, catalizzata dalle tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale e la Realtà Virtuale e lo Spatial Computing, sta ridefinendo radicalmente il modo in cui viviamo e lavoriamo con la tecnologia.

Le tecnologie come Apple Vision Pro, Rabbit R1 e Frame AI Glasses sono solo alcuni esempi di come il futuro dell’interazione umana con la tecnologia proceda sempre più velocemente verso soluzioni più immersive, intuitive e rapide.

Anche Upsystems è in prima linea nello sviluppo di tecnologie chiave per guidare la trasformazione digitale del business verso modelli operativi sempre più smart.

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